Basilica di Massenzio Parco Archeologico del Colosseo Restauro e consolidamento

La basilica di Massenzio, più propriamente di Costantino, è l’ultima e la più grande basilica civile del centro monumentale di Roma, posta anticamente sul colle della Velia, che raccordava il Palatino con l’Esquilino. Non fa parte del Foro Romano propriamente detto (pur rientrando oggi nell’area archeologica che lo comprende, estesa fino alle pendici della Velia), ma era nelle immediate adiacenze di esso.

La basilica fu iniziata da Massenzio agli inizi del IV secolo (308-312), ma fu portata a termine con alcune modifiche progettuali dal suo vittorioso rivale Costantino in prossimità del tempio della Pace, già probabilmente in abbandono, e del tempio di Venere e Roma, la cui ricostruzione fece parte degli interventi massenziani. La sua funzione era prevalentemente di ospitare l’attività giudiziaria di pertinenza del praefectus urbi.

Sia gli scavi sia la pianta della Forma Urbis Severiana hanno dimostrato come in questo punto sorgesse anticamente un grande complesso utilitario dell’epoca domizianea, simmetricamente contrapposto a uno analogo che sorgeva sull’altro lato della Sacra via summa (ampiamente manomesso durante gli scavi del XIX secolo perché scambiato per una costruzione medievale). Una parte di questo edificio più antico era occupata dagli Horrea piperiana, i magazzini del pepe e delle spezie.

Della basilica si perse ben presto la corretta denominazione, e i colossali resti furono noti con la denominazione di Templum urbis. Solo agli inizi del XIX secolo fu nuovamente identificata da Antonio Nibby, che sostenne in proposito una vivace polemica con Carlo Fea.

Durante le Olimpiadi di Roma del 1960, la Basilica di Massenzio ospitò le gare di lotta.

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